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5 novembre 2024 E:.V:.
Quinto Giorno del Nono Mese dell'Anno 6024 di Vera Luce

“La Virtù Massonica: per
essere un vero Massone è sufficiente essere stato Iniziato e frequentare i
Lavori di Loggia?”



La funzione di una domanda retorica, come è il titolo della Tavola da me presentata stasera, non è quella di sondare le conoscenze dell'interrogato e nemmeno di cercare nuova conoscenza per chi la pone ma, per la sua caratteristica di contenere in sé la risposta. Ha piuttosto l'obiettivo di eliminare quanto in contrasto con la risposta stessa e per far affiorare i corretti ragionamenti sottostanti.

La risposta, anche se nei nostri Regolamenti si parla di essere attivi e quotizzanti non può che essere no e non può che essere no innanzitutto per il carattere virtuale dell'Iniziazione, virtuale in quanto non definisce di per sé un punto di arrivo ma bensì l'inizio di un percorso che è ancora in potenza e non in atto, al momento solo rispondente ad una volontà o a un progetto ma privo ancora di riscontro reale o di manifestazione concreta e stessa cosa per quanto riguarda la frequentazione che può essere distratta come attenta, rigorosa come poco rispettosa, sincera come di facciata per tutto ciò che concerne l'assimilazione e la pratica dei principi massonici.

Quanto appena detto è enunciato dettagliatamente in uno dei capisaldo della Libera Muratoria nonché fonte originaria dei nostri regolamenti ovvero gli Antichi Doveri per i quali citiamo brevemente i titoli:
I. Di Dio e della Religione.
II. Del Magistrato civile supremo e subordinato.
III. Delle Logge.
IV. Dei Maestri, Sorveglianti, Compagni e Apprendisti.
V. Della condotta dell’Arte nel lavoro.
VI. Del comportamento, ossia 1. Nella Loggia allorché costituita. 2. Dopo che la Loggia è chiusa e i Fratelli non sono usciti. 3. Quando i Fratelli si incontrano senza estranei, ma non in una Loggia. 4. In presenza di estranei non Massoni. 5. In casa e nelle vicinanze. 6. Verso un Fratello straniero.

Esattamente come sintetizzato nell’art. 9 della Costituzione del Grande Oriente d'Italia ovvero I doveri dei "Liberi Muratori", non a caso nello stesso momento tratta di cosa fare e di cosa essere sia dentro l'Istituzione che dentro la società, come recitato a inizio dei Lavori, per il bene dell'umanità e alla gloria del Grande Architetto dell'Universo.

A ben pensarci comunque, che Il Tempio e la frequenza non bastino, lo dice ognuno di noi quando nel corso dell’Iniziazione enuncia (sperando non reciti e basta) il testo della Promessa Solenne che a beneficio di tutto ripetiamo:
Io liberamente e spontaneamente, con pieno e profondo convincimento dell'animo, con assoluta e irremovibile volontà, al cospetto del Grande Architetto dell'Universo, sul mio onore, solennemente prometto:
di percorrere incessantemente la via iniziatica tradizionale per il mio perfezionamento interiore;
di avere sacri la vita, la libertà, l'onore e la dignità di tutti;
di soccorrere e confortare i miei Fratelli;
di difendere chiunque dalle ingiustizie;
di non professare princìpi contrari a quelli della Libera Muratoria Universale;
di rispettate scrupolosamente la Carta Costituzionale della Repubblica e le leggi che alla stessa si conformino;
di adempiere fedelmente i doveri ed i compiti relativi alla mia posizione e qualifica nella vita civile.
Liberamente e spontaneamente, con pieno e profondo convincimento dell'animo, con assoluta e irremovibile volontà, al cospetto del Grande Architetto dell'Universo, sul mio onore, solennemente prometto:
di percorrere incessantemente la via iniziatica tradizionale per il mio perfezionamento interiore;
di avere sacri la vita, la libertà, l'onore e la dignità di tutti;
di soccorrere e confortare i miei Fratelli;
di difendere chiunque dalle ingiustizie;
di non professare princìpi contrari a quelli della Libera Muratoria Universale;
di rispettate scrupolosamente la Carta Costituzionale della Repubblica e le leggi che alla stessa si conformino;
di adempiere fedelmente i doveri ed i compiti relativi alla mia posizione e qualifica nella vita civile.

E prima di dire ciò, per tornare al titolo della Tavola, sempre ognuno di noi, si sente dire cos’è la virtù dal M:.V:. ovvero:
La Virtù, che secondo l'etimologia significa Forza, è la capacità di adempiere, in ogni occasione, ai doveri del proprio stato, nei confronti della Società e della Famiglia. Essa si esercita con disinteresse e non si arresta né davanti ai sacrifici né davanti alla morte.

Oggettivamente non si può fare tutto nel Tempio così come lo vediamo stasera, si fa dal Tempio come stasera per farlo sempre nel e dal proprio Tempio Interiore.

Provo adesso a fare alcune puntualizzazioni che a prima vista potrebbero non essere così esplicite ma che vanno ricercate nella natura speculativa e non operativa di ciò che è la Libera Muratoria così come la dobbiamo vivere.
Così come il Tempio che costruiamo è interiore e interconnesso con altre interiorità e non visibile e tangibile, cosa è il lavoro se non lo studio e l'impegno a crescere che dobbiamo profondere?
E come in un vero cantiere (dove non tutto il lavoro si prepara in loco), chi ha il dovere e il piacere di dirigerlo oppure ha maggior conoscenza dell’arte, ha l'onere di conoscere e valorizzare il lavoro ovvero il percorso di crescita dei Fratelli affinché possano esprimere al meglio il proprio potenziale, nella Loggia e nell'Istituzione nel suo insieme sopperendo a eventuali difficoltà in qualunque natura si presentino e che coloro che siano a Piedilista si sforzino anche nell'individuazione di nuovi anelli da aggiungere alla catena, nel non perdere chi si può non perdere e nel provare a recuperare ciò che è recuperabile perché non basta essere iniziati e frequentare ma è doveroso permettere anche ad altri di essere iniziati e frequentare ove è massonicamente e non solo profanamente possibile.
Ricordiamo che il Libero Muratore non è un asceta o un mistico che si limita a trasmettere solo a un adepto che poi trasmetterà a un altro etc etc.

A questo punto, ribalterei l'oggetto della discussione e non mi porrei il dubbio se quanto citato nel titolo della Tavola è sufficiente ma affermerei che ne è solo ma fondamentale la pietra angolare.

Nei nostri giorni vediamo quanti, in virtù di un maggior che in passato accesso alle informazioni, pontificano su tutto ma è come se si trovassero di fronte un libro che, per quanto colmo solo di verità non è sufficiente ma anzi dannoso senza gli occhiali giusti e questi occhiali per noi sono l'Iniziazione virtuale intesa come volontà di iniziare un percorso e la frequentazione intesa come volontà di continuarlo.
Non è mai un discorso di merito tra un iniziato e un profano, sappiamo benissimo che essere élite è un'aspirazione fondamentale ma purtroppo non è un automatismo.

Il punto è che per essere un Massone inteso come conoscitore non basta leggere, ascoltare, informarsi. Bisogna essere iniziati tradizionalmente, vivere in una certa condizione con tutta la consapevolezza necessaria e alimentare la piccola Luce presente in noi. Se si vuole una determinata grande Luce bisogna cercare quella determinata piccola Luce.
Prendo in prestito Dante Alighieri che nel IV canto dell'Inferno ci parla del Limbo e degli Spiriti Magni. Qua non troviamo dei dannati in espiazione, ma dei pagani, sicuramente non inferiori a una serie di Cristiani che Dante incontrerà più avanti, che vissero virtuosamente ma non adorarono il Dio cristiano, compreso Virgilio stesso; la loro unica pena consiste del desiderio inappagato di vedere Dio come potrebbe essere il desiderio inappagato di giungere ai più svariati gradi della conoscenza. Poi, qualcuno non lo adorò perché nacque prima o non è stato battezzato in tempo (ma il punto dei bambini spirati prima del Battesimo è terreno dei teologi, dal Medioevo fino a Papa Benedetto XVI) oppure ne era a conoscenza ma fu così grande in vita da meritarsi l'eternità in un sontuoso castello come il Saladino, i filosofi Avicenna e Averroé (magari anche Dante vedeva come San Giovanni Damasceno e San Tommaso d’Aquino l’Islam come collegati alle eresie Cristiane) o il medico Galeno. Discorso a parte per Rifeo e Traiano (che almeno è esistito) che Dante ci porta a esempio per l'imperscrutabilità della giustizia divina.

Ma tornando a noi, non esiste il Massone fuori dalla Massoneria, può esistere altro che sia meglio o che sia peggio ma il Massone è tale solo nel Tempio (interiore e non) e nella connessione con l'Istituzione e con i Fratelli, nei Lavori di Loggia e non solo.
In ogni caso Dante ci dice una cosa importante quando mette Cristiani all’Inferno e Pagani nel Limbo. Ci invita a non fermarci alle apparenze e a considerare che le porte del Tempio devono essere sempre aperte perché il meglio può arrivare anche da fuori a patto che ci sia la volontà di ricevere e come in ogni simbolo che si rispetti, atto a suscitare nella mente un’idea diversa da quella offerta dal suo immediato aspetto sensibile, spinto dalla sua volontà di dare e di ricevere.

Ho detto.


   
   
   
   

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